Vai dallo psicologo! Perché? Non sono mica pazzo!

Quando ci si accorge della necessità di rivolgersi ad uno psicologo, si avverte spesso di trovarsi in una situazione difficile anche per via di certe considerazioni superficiali che inquinano il rapporto con il proprio benessere mentale. Può aiutare questa considerazione: essere considerato pazzo è un rischio, che bisogna correre per salvarsi.
Non dico dalla pazzia, esito indecifrabile, ma sicuramente dal dolore.

Perché l’esperienza del percorso psicologico in fondo consiste nell’incontro con l’altro, necessario per rinsaldare un rapporto con se stessi e con la propria lucidità che la sofferenza ha spezzato.
Nell’incontro con l’altro si possono eliminare progressivamente tutti i dubbi su se stessi, forse si potrebbe dire che si può realmente diventare se stessi, vedendosi come in uno specchio, che non sia quello deformante di una coscienza sofferente.

Nell’incontro col percorso psicologico, si possono accogliere certe istanze emotive che a volte la società rifiuta, perché incapace di comprenderle e rielaborarle; si arriva ad accettare una visione di se stessi che permette di evolversi verso un’identità più complessa, perché comprensiva dello sguardo dell’altro.

Dunque la società deve evolversi: non più chi va dallo psicologo deve essere visto con sospetto ma come uno che ha cura di interessarsi di se stesso e della propria relazione con gli altri.

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